ario Colella et Vera Lezza
Rivista Scienza e Movimento nr. 22 Aprile\Settembre 2020
La scuola è un contesto educativo significativo per promuovere salute in età evolutiva. Abitudini sedentarie e ridotte opportunità di praticare quotidianamente attività motorie, determinano una progressiva riduzione dell’efficienza fisica e del repertorio di abilità motorie individuale. La letteratura internazionale ha evidenziato la cosiddetta triade dell’inattività fisica in età evolutiva che comprende 3 fattori distinti, ma in stretta correlazione tra loro: disturbi da deficit dell’esercizio, dynapenia pediatrica, analfabetizzazione motoria.
Tale fenomeno sollecita un ampliamento dei metodi e delle prove di valutazione delle competenze motorie. Oltre alla verifica di abilità, conoscenze ed atteggiamenti dell’allievo, è necessario, infatti, un controllo sistematico del processo di sviluppo motorio integrale degli allievi che comprende, la valutazione posturale, al fine di promuovere l’autopercezione del sé corporeo, individuare possibili disfunzioni che hanno effetti non solo sull’espressione di abilità motorie ma anche sul corretto funzionamento di organi, sistemi ed apparati e, soprattutto, sui loro rapporti.
Educazione fisica e promozione della salute
L’educazione fisica a scuola contribuisce in modo significativo al processo educativo della persona, concorre ad attuare le misure di prevenzione delle abitudini sedentarie, attraverso proposte didattiche sostenute da corrette metodologie, finalizzate a promuovere stili di vita fisicamente attivi e la motivazione agli apprendimenti (Bailey,2006; Ciotto & Fede,2014; Who,2016). Le caratteristiche ambientali (ad es. l’arredo urbano) e socio-culturali in Italia ed in altri Paesi del mondo, contribuiscono ad aumentare le abitudini sedentarie (Lee et al.,2012), limitano le opportunità di praticare attività motorie destrutturate, determinando una riduzione dell’efficienza fisica e del repertorio personale di abilità motorie.
La promozione della salute e la prevenzione delle patologie non trasmissibili, richiede da parte dell’insegnante, azioni di sorveglianza/monitoraggio sui processi e sui risultati. In educazione fisica la verifica sistematica dei livelli di attività fisica (quanto mi muovo?) e dell’efficienza fisica dei ragazzi (riesco ad eseguire prestazioni motorie in cui sono richieste, prevalentemente, le capacità di resistenza, forza muscolare, mobilità articolare?), assume particolare importanza, congiuntamente ai processi di apprendimento motorio, per acquisire dati trasversali e longitudinali sull’evoluzione delle abilità e capacità motorie, necessari a personalizzare l’intervento didattico.
Le abitudini sedentarie dei ragazzi riducono il repertorio motorio individuale e gli effetti preventivi e protettivi delle attività motorie quotidiane, determinano un progressivo aumento dei problemi di salute, tra cui il sovrappeso e l’obesità infantile (Mazur et al.2017), condizionano l’esecuzione di schemi motori di base, quali il camminare, correre, saltare e la corretta integrazione delle informazioni senso-percettive, esterocettive, proriocettive ed i loro rapporti, necessarie ad assumere e variare le posture nella vita di relazione (Timmis et al.,2017).
Una problematica emergente, riconducibile anche all’inattività e fortemente correlata alle condizioni di salute dei giovani, riguarda, pertanto, la possibile insorgenza di disfunzioni posturali; da qui la necessità educativa e didattica di compiere la valutazione posturale, attraverso l’osservazione, per integrare ed ampliare le consuete prove di valutazione dei fattori delle competenze motorie (capacità, abilità motorie, conoscenze ed atteggiamenti), prevedendo compiti motori personalizzati di educazione posturale.
Un’ulteriore priorità educativa e didattica nell’ambito dei percorsi di educazione alla salute.
Gli obiettivi formativi nell’ambito del nucleo tematico Salute e benessere, prevenzione e sicurezza delle Indicazioni Nazionali, si traducono in concrete misure di prevenzione nella misura in cui il Docente individua specifici bisogni dell’allievo riguardo lo sviluppo motorio e posturale, informa ed orienta la famiglia sulla problematica e le modalità di soluzione, progetta percorsi didattici rivolti al gruppo-classe. Particolare rilievo assumono, a tal fine, le proposte didattiche in palestra sulla percezione del sé fisico, attraverso la scoperta di attitudini e posizioni e delle loro variazioni anche con l’uso dei piccoli attrezzi, gli elementi di acrobatica, l’acrogym, lo studio dei paramorfismi in età evolutiva, ecc.
La scuola, attraverso il curricolo di educazione fisica diviene, in tal senso, il primo presidio, unitamente alla famiglia, per individuare possibili bisogni dell’allievo di intervento clinico-medico, attuando, in tal modo, un processo di relazione e comunicazione tra agenzie educative.
Sedentarietà, apprendimento e sviluppo motorio nei giovani
Recentemente Faigenbaum et al. (2018), evidenziano che un numero crescente di adolescenti non rispetta le linee guida dell’OMS sull’attività fisica quotidiana. I ragazzi di oggi sono più deboli, più lenti e più pesanti dei loro coetanei del passato, con una sempre maggiore tendenza a sviluppare problemi di salute fisici e psicosociali, soprattutto in età scolare. A tal proposito, si parla della triade dell’inattività fisica in età evolutiva, in cui si individuano tre fattori distinti, ma strettamente correlati: disturbi da deficit dell’esercizio, dynapenia pediatrica, analfabetizzazione motoria. Sono tre componenti che influenzano l’attività motoria anche se considerate separatamente, ma è necessario osservare gli effetti prodotti dalla loro interazione. La prima componente della triade dell’inattività fisica, è costituita dai disturbi da deficit dell’esercizio: si tratta di una condizione caratterizzata da ridotti livelli di attività fisica moderata o intensa, svolta durante attività destrutturate, ad es. gli spostamenti durante la giornata o il gioco nei parchi, ecc., o strutturate, ad es. a scuola o nell’avviamento allo sport.
La seconda componente della triade dell’inattività fisica, è la dynapenia pediatrica, intesa come la condizione caratterizzata da bassi livelli di forza muscolare, con conseguenti limitazioni funzionali, non legate a malattie neurologiche o muscolari. La capacità di forza nelle sue varie espressioni, è necessaria, infatti, per eseguire le abilità motorie di base, es., correre, saltare, arrampicarsi, calciare e i giovani che hanno bassi livelli di forza, sono più propensi a rimanere inattivi per evitare gli insuccessi o sono esposti a maggiori rischi di infortuni anche nelle età successive.
La terza componente della triade, è l’analfabetizzazione motoria (physical illiteracy), intesa come ridotto repertorio di abilità motorie, che include i fattori cognitivi ed emotivi caratterizzanti ogni esperienza motoria. Essa può definirsi, infatti, come la carenza di motivazione, fiducia in sè, percezione di autoefficacia, ridotto repertorio di abilità motorie e varianti esecutive, conoscenze e consapevolezza di sé per impegnarsi in modo responsabile nella pratica di attività motorie. Il concetto di physical illiteracy comprende, quindi, le influenze negative derivanti sia dai disordini da deficit dell’esercizio sia dalla dynapenia pediatrica (Faigenbaum et al., 2018).
Si genera così un pericoloso processo circolare: i soggetti con ridotti livelli di attività fisica abituale saranno meno inclini a partecipare alle attività motorie, anche libere /destrutturate e ciò determinerà una minore attitudine alla pratica motoria o sportiva da cui dipende lo stato di gradimento/divertimento, associato alle esperienze motorie.
Metodi e prove di valutazione delle competenze motorie
La valutazione delle competenze motorie richiede l’uso di metodi e prove differenti e complementari. Com’è noto, la persona esprime una competenza motoria attraverso fattori diversi e complementari, abilità motorie, conoscenze, atteggiamenti sulla base di capacità motorie, in un determinato contesto e in un ambito disciplinare, ad es. il gioco, lo sport, l’uso di attrezzi.
Nel curricolo per competenze motorie, il controllo sistematico del processo didattico implica un’integrazione dei modelli e dei metodi tradizionali di verifica e valutazione riconducibili, prevalentemente, all’uso dei test motori. I risultati delle prove oggettive, infatti, assumono significati e valori educativi solo se ancorati all’esperienza concretamente vissuta ed al percorso compiuto in ambito scolastico, nonchè alla pratica motoria e sportiva extracurriculare, alle abitudini alimentari ed alle attività motorie destrutturate svolte.
Il modello normativo (in cui prevalgono i confronti intersoggettivi o intergruppi) e le misure quantitative (metri/centimetri, tempi di esecuzione di una prestazione motoria) richiede l’integrazione con il modello criteriale (in cui prevalgono i confronti tra le abilità e le conoscenze apprese dall’allievo prima e durante l’intervento didattico e la rielaborazione del processo compiuto) e le misure qualitative (modalità di esecuzione di un compito motorio in relazione ad un contesto definito /repertorio motorio posseduto; risoluzione di problemi, adattamento alla situazione ed all’ambiente) per l’interpretazione dei dati. Le prove normative-comparative (test motori) e criteriali-non comparative (liste di descrittori dell’apprendimento motorio; osservazione sistematica) consentono di verificare sistematicamente la qualità degli apprendimenti in ambito motorio e forniscono dati, indirettamente, sui processi di crescita fisica del preadolescente.
Particolare rilievo pedagogico e didattico assume il modello di valutazione “orientato sul soggetto” che utilizza i confronti tra misure e valutazioni iniziali, intermedie e finali di ciascun allievo (Bertagna, 2004; Sibilio,2012) così che ciascuno possa ripercorrere il percorso di apprendimento realizzato (abilità apprese, miglioramenti ottenuti) e riflettere sulle difficoltà incontrate ed i progressi maturati. La valutazione posturale afferisce a tale modello di valutazione e assume particolare significato perché in stretta relazione con la crescita fisica, la maturazione organica e l’auto-percezione del sé corporeo che il giovane va ristrutturando in questa fase evolutiva (tab.1).
È opportuno ricordare che la valutazione motoria diviene processo educativo nella misura in cui essa considera l’interdipendenza delle funzioni e l’unità della persona e può restituire, all’insegnante, ai genitori ed ai ragazzi, sottoforma di autovalutazione, informazioni utili all’analisi dell’azione didattica svolta ed al miglioramento della qualità dell’insegnamento (Silverman et al. 2008).
Il Sistema senso-motorio e le posture.
Compiti motori personalizzati, finalizzati ad equilibrare la quantità di attività motoria quotidiana raccomandata (durata, frequenza, intervalli) con la qualità (varianti esecutive, intensità, difficoltà) di esperienze motorie, sollecitano schemi motori e posturali, fattori percettivo-coordinativi e condizionali ed i loro reciproci rapporti variabili.
Qual è il rapporto tra il sistema senso-motorio e le posture?
Il cervello integra e bilancia le informazioni che riceve dai recettori, esterocettivi, propriocettivi ed enterocettivi e dai relativi rapporti interdipendenti: visivo, vestibolare, tattile, uditivo ma anche dalle influenze su ATM (Articolazione Temporo-Mandibolare), pelle, visceri e piedi; a questi vanno aggiunti gli aspetti emozionali ed emotivi che sono propri del vissuto e della vita di relazione. Lo scheletro da solo è instabile ed ha bisogno dei muscoli e dei legamenti per raggiungere quella stabilità coordinata dal sistema nervoso. I sistemi motorio e nervoso interagiscono costantemente al punto da essere considerati come un’unica entità valutabile.
Un corpo in equilibrio si regge in piedi, altrimenti cadrebbe. Il modo in cui quel corpo si bilancia nello spazio determina la sua postura.
La postura è la posizione che il corpo adotta in risposta agli effetti della gravità. È il modo in cui siamo in piedi, seduti, sdraiati ed i diversi compiti della vita di relazione o le abilità specifiche dello sport sollecitano diverse posture e le loro reciproche relazioni, per un’esecuzione corretta ed efficace anche in diverse condizioni ambientali (es. outdoor education, uso di attrezzi, attività natatorie, danza, arrampicata, ecc). La postura è in relazione alla contrazione isometrica dei muscoli posturali per stabilizzare una posizione del corpo, nonché per la preparazione ed il supporto di ogni movimento ma è anche un criterio di valutazione delle prestazioni motorie in discipline sportive artistiche (ginnastica ritmica, pattinaggio artistico, salto con gli sci, danza, nuoto sincronizzato).
Le posture che il corpo assume nello spazio condizionano l’esecuzione di abilità motorie e le varianti esecutive (spaziali, temporali, quantitative, qualitative ed i loro rapporti), esse sono importanti non solo per l’aspetto estetico, ma perché funzionali al corretto funzionamento di organi, sistemi ed apparati.
La postura ideale non esiste, in quanto ogni persona adatta compensi che possono essere causa o effetto di un reale problema clinico. Si attiva, cioè, un processo circolare che influenza il corpo e, quindi, da una “cattiva postura” si generano schemi motori che divengono adattivi. Questi nel tempo generano stress ripetuti sul sistema muscolo-scheletrico favorendo degenerazione e vulnerabilità articolare. Se sul corpo di un adolescente è presente una problematica clinica e/o strutturale quanti e quali saranno i compensi e gli effetti di posture e movimenti ripetuti non corretti?
La didattica curriculare richiede la proposta di contenuti riferiti alla ginnastica posturale. Secondo alcuni Autori (Haag et al.,2012), l’educazione posturale è un processo finalizzato a far acquisire all’allievo la consapevolezza del sé corporeo, attraverso le posture che può assumere il proprio corpo, attraverso il contrasto tra le diverse posizioni (in piedi, seduto, ecc.), l’autocontrollo e la correzione, scegliendo i compiti più appropriati per migliorare la postura corporea attraverso il movimento (posture e movimenti nei diversi ambienti e nelle diverse espressioni, es., gioco, danza, acrogym, nuoto, ecc.).
La consapevolezza delle diverse posture che il corpo può assumere contribuisce in modo significativo alla consapevolezza del sé ed alla riflessione sugli effetti della sedentarietà per la il corretto funzionamento dell’organismo e la crescita della persona nella sua globalità.
La valutazione posturale
Perché una valutazione posturale?
Una valutazione posturale in ambito scolastico e sportivo, compiuta prima di un trattamento terapeutico, dovrebbe costituire il presupposto didattico per la stesura e l’organizzazione di un percorso didattico personalizzato, favorendo i controlli in itinere e la valutazione finale degli obiettivi raggiunti.
La valutazione posturale ha lo scopo di:
- rilevare asimmetrie strutturali e/o posturali,
- rilevare condizioni di sbilanciamento muscolare favorendo il riconoscimento dei muscoli deboli (non utilizzati perché non stimolati) o inibiti (perché l’antagonista viene utilizzato eccessivamente) ci permette di osservare l’eventuale difetto delle catene muscolari (Busquet, 2001);
- prevenire in età evolutiva l’insorgenza di eventuali paramorfismi (Ministero della salute - Linee guida nazionali sulla classificazione, inquadramento e misurazione della postura e delle relative disfunzioni, Roma,2017).
La valutazione posturale si realizza attraverso l’osservazione, riguarda il corpo in toto ed include necessariamente le seguenti fasi strutturate:
Fasi della valutazione | Oggetto della valutazione |
Anamensi e Osservazione | Punti di repere e registrazione |
Test neurologici | Esecuzione e registrazione dei dati |
Test posturali | |
Test di flessibilità |
Tab. 2
I metodi e le prove di valutazione posturale
Indicazioni operative
L’ambiente di rilevazione per ogni test deve essere il medesimo e organizzato in modo che ci sia, ove possibile, luce naturale (non eccessiva se artificiale, né precaria) che deve favorire una buona osservazione e non deve soprattutto disturbare visivamente il soggetto da valutare.
Le pareti devono avere un colore caldo e non scuro (beige, giallo tenue o bianco non brillante). L’acustica deve essere organizzata in modo da non esserci rimbombo, rumori di sottofondo o rumori improvvisi che possono disturbare il soggetto, il silenzio e l’ambiente confortevole sono fondamentali. Non è possibile valutare in maniera corretta in ambienti troppo grandi ed affollati come palestre o stanzoni; anche oggetti e colori possono disturbare la vista e l’udito.
Una stanza ben illuminata e silenziosa con poche persone presenti, l’insegnante rilevatore, il soggetto da valutare (se minore, accompagnato da un genitore o tutore) ed eventualmente assistente del rilevatore, sono fondamentali durante l’esecuzione della valutazione.
La strumentazione per una valutazione posturale preliminare è facile da organizzare purché si rispettino importanti accorgimenti durante la rilevazione (Kendall & Kendall,1948).
Strumentazione da utilizzare
È necessario munirsi di un metro per misurare l’altezza, la bilancia per misurare il peso ed il calcolo dell’indice di massa corporea (BMI).
È necessario predisporre, quindi, le seguenti schede per la registrazione dei dati:
scheda anamnestica; scheda per l’osservazione, scheda per ogni test effettuato con l’indicazione del risultato rilevato e/o positività. Se possibile, utilizzare il filo a piombo; l’allievo si posiziona su una linea orizzontale tracciata sul pavimento, distante dalla parete almeno 1.5/2mt.
Conclusione
L’osservazione posturale integra le prove di valutazione inerenti ai fattori della competenza, con particolare riferimento alle capacità motorie. Purtroppo già da tempo questo ambito dell’educazione fisica (nelle Indicazioni Nazionali afferisce a tutti i nuclei tematici e, particolarmente: Salute e benessere, prevenzione e sicurezza), ha ricevuto una scarsa attenzione metodologica o un’importanza secondaria rispetto alla valutazione di capacità ed abilità motorie. Ridotte opportunità di svolgere esperienze motorie strutturate e l’uso frequente di smartphone, tablet e pc, al contrario, hanno richiamato l’attenzione di pediatri, genitori ed educatori sulla necessità di non trascurare l’osservazione della crescita fisica. L’educazione posturale contribuisce all’educazione alla salute della persona attraverso la ginnastica posturale; essa indica un intervento didattico-educativo che favorisce l’integrazione delle informazioni propriocettive ed esterocettive, il controllo dei movimenti della vita quotidiana ed è un ampio capitolo delle attività motorie preventive, adattate e compensative in ambito scolastico ed extrascolastico ricco di significati educativi riferiti ai corretti stili di vita.